Ristorante Sikélaia, quid: 10

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Per inaugurare questo blog vorrei parlarvi del locale che in poco tempo è diventato la mia meta imperdibile a Milano: il ristorante Sikélaia del validissimo chef Federico La Paglia, classe ’89.
Premetto che sebbene non abbia nessuna stella (ancora), sia assimilabile a un qualsiasi stellato. Anzi no, di stelle gliene darei due, così per cominciare.
Ne discende naturalmente che non sia proprio per tutte le tasche, però collocandosi nello scenario milanese e trattandosi di un ristorante di pesce, il rapporto qualità/prezzo ne esce vincente.
La cucina è tipicamente siciliana, ma sempre reinventata in ottica moderna.
Il locale gradevole, con tavoli ampi e ben distanziati che permettono sempre di chiacchierare in santa pace.
Ma veniamo alla ciccia…
I punti di forza di questo ristorante sono due, partiamo dal primo.

La cucina

Ogni piatto è una sorpresa. Gli abbinamenti non sono particolarmente insoliti, ma spesso gli ingredienti sono presentati sotto forme nuove e, nel complesso architettato dallo chef, si sposano con un’armonia che raramente ho trovato altrove. In parole povere, lo assaggi e non puoi fare a meno di pensare “cavoletti, è perfetto!”.
Se siete ossessionati come me, dall’antipasto al dolce sarà un crescendo di esaltazione, garantisco.
Altra cosa che voglio sottolineare è la qualità di ogni prodotto. Si nota proprio la ricerca dello chef, tutti gli ingredienti hanno quel sapore autentico di… sapore! Che nell’era degli OGM e dell’allevamento intensivo non si può dare per scontato.
Il tutto poi è sottolineato e esaltato al limite della ridondanza dal personale di sala e ciò mi porta al secondo punto di forza del locale…

Il servizio
Credo che il quid del Sikélaia si annidi qui: la squadra, nel suo complesso, è magica.
C’è un’attenzione, una cura e un’ospitalità del cliente che io non ho mai trovato altrove.
Riescono a essere gentili e familiari senza mai risultare invasivi o minimamente falsi.
Sono sempre tutti sul pezzo, l’acqua e il pane non mancano mai, ma anche qui con destrezza riescono a non farti sentire oppresso da questa monitorazione costante.
Non so, ma alla fine di ogni cena a me verrebbe sempre da abbracciarli tutti, ti senti loro gradito ospite, di famiglia dopo qualche volta che li hai visti.
E comunque tutto ciò sempre all’insegna dell’ineccepibilità professionale.

Angolo del vino
Perché va bene che ho promesso di non ammorbare nessuno, ma anche il pasto migliore senza un buon vino per me perde tanto.
Quindi nota rapida, cantina veramente ottima. Estremamente varia, ampia scelta tra etichette nazionali e internazionali e, altra iniziativa che ho davvero apprezzato, promozione di numerose piccole-medie aziende vitivinicole del territorio siciliano.
Comunque se aveste dubbi affidatevi al sommelier. E’ bravissimo e scova delle vere e proprie perle nascoste.

Di meglio a Milano non ho ancora trovato…

 

Il Consiglio
Andateci a pranzo: prezzo fisso più che equo!

Notorietà: non molto conosciuto… per ora!
Costo a capoccia: 7,5/10
Quid: 10/10

Quel quid

Botticelli

Cari lettori ancora inesistenti,

benvenuti nel mio blog.
Innanzitutto le avvertenze di rito: il seguente blog potrebbe farvi venire fame, se ne sconsiglia la lettura ai soggetti affetti da disturbi alimentari compulsivi.

Chi sei?
La prima risposta potrebbe essere un bel “e chissene importa”, ma un’infarinatura (per restare sempre in tema) quanto più digeribile eccola qui.
Mi chiamo Adriana, Din, amo il cibo. Questo è il nucleo essenziale.
Per tirarmela quel giusto aggiungo che sono sommelier AIS, ma non diventerà un blog sul vino, promesso.
Come dicevo AMO il cibo e, come può confermare la taglia dei miei pantaloni, per me non c’è gioia più grande al mondo di una pizza che odora ancora di forno a legna.
Sono talmente ossessionata, da sempre, che per il mio decimo compleanno chiesi ai miei genitori di portarmi per la prima volta in un ristorante stellato.
Il rovescio della medaglia è che niente mi avvilisce più di un pasto mediocre, davvero, mi vengono delle crisi isteriche e a Ibiza c’è mancato poco che prendessi un cameriere per la giugolare…
Cooomunque ecco che ci avviciniamo al motivo per il quale (forse) qualcuno di voi mi sta leggendo:

Perchè sorbirci un altro blog gastronomico?
No ok, a questa non so rispondere.

Di cosa parlerai?
Vi darò i nomi di quelle che secondo me sono le perle della ristorazione, italiana e non solo. Detta facile, va’ qui che è buono, l’altro lascia sta’.
Quante volte vi è capitato di fidarvi delle recensioni trovate su Tripadvisor o su qualche rinomatissima guida turistica per poi beccarvi una solenne fregatura?
A me poche perchè ho “il fiuto”, però capita spesso!
O la cosa ancora peggiore, è l’infilarsi nel ristorante più conosciuto del posto, quello che tutti consigliano, perdendosi poi delle chicche che in pochi conoscono.
E poi c’è un altro fattore sul quale voglio porre l’attenzione ed è quello che dà il titolo al mio blog:

Quel quid in più

Quei locali che per un verso o per l’altro ci colpiscono, ci conquistano e ci fanno esclamare che sono entrati nella nostra ‘top ten’.
Non si è mai del tutto consapevoli di cosa sia a scatenare quest’emozione stile “Ratatouille” (che citazioni dotte eh?), ma alcuni ristoranti ce l’hanno. Altri no.
Sebbene io sia molto oggettiva, ma non (ancora) in grado di produrre il giudizio universale, è ovvio che quanto scriverò sarà in parte soggettivo. Magari quel certo posticino in me evoca sensazioni uniche, mentre per voi sarà un posto come un altro.
Non so bene neanch’io, sono qui a sperimentare insieme a voi e inutile dire che sarei curiosa poi di avere il vostro riscontro.

Perciò ecco il vero obiettivo del blog

Condividere quelli che sono i miei ristoranti preferiti, provare e recensire quelli consigliati da voi e vedere nel tempo se siete d’accordo con i miei suggerimenti.

Così avremo una guida pratica assolutamente soggettiva dei ristoranti del cuore.

Buona lettura!

Din